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La normativa sui pavimenti antiscivolo

Se sei un applicatore e devi soddisfare le richieste di un capitolato in cui si richieda un pavimento con valori di m > 40 o m > 50 oppure con un determinato grado antisdrucciolo (R9, R10 o R11), o se invece sei un progettista e vuoi sapere quali requisiti antiscivolo debba avere il pavimento che devi progettare in un ambiente lavorativo, pubblico o privato, e qual è la normativa di riferimento, vediamo, con questo articolo, di fare un po’ di chiarezza in materia.

Come prima cosa cerchiamo di capire perché si scivola.

Lo scivolamento si verifica quando il coefficiente di aderenza tra la persona e il pavimento diminuisce improvvisamente e la parte inferiore del corpo, le gambe, si muove più velocemente rispetto alla parte alta del corpo. La caduta è imputabile ad una inadeguata interazione tra la superficie del pavimento e la superficie della suola della scarpa (o del piede) che scivola.

Un pavimento scivoloso, in particolar modo quando bagnato, è potenziale causa di infortuni, anche gravi, sia in ambito civile che negli ambienti di lavoro. Nel caso di pavimentazioni esterne o di pavimenti che verranno posati in ambienti dove la presenza dell’acqua è quasi costante è fondamentale valutare al meglio la destinazione d’uso, per individuare il materiale che più si adatta al luogo in cui è destinato.

Pertanto è consigliabile o obbligatorio, in base a precise normative, l’impiego di un materiale a pavimento che garantisca un elevato livello di attrito tra le superfici a contatto. Il rischio di trovarsi dopo la posa problemi di scivolosità è riscontrabile su molte tipologie di superfici (grès porcellanato, marmo, granito, ceramiche, monocolture klinker). Un ruolo fondamentale è dato dalla resistenza allo scivolamento delle superfici, requisito in base al quale un pavimento scivoloso possa essere messo a norma, garantendo la massima sicurezza degli utilizzatori e prevenendo potenziali infortuni. La resistenza allo scivolamento è espressa dal coefficiente di attrito: quanto più alto è questo, tanto minore è la scivolosità.

Cosa dice la normativa antiscivolo?

Nel decreto legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, si prescrive che: “i pavimenti presentino condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito di persone e mezzi, prescrivendo che questi siano fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi, oltre a non essere ingombrati da materiali che possano impedire la normale circolazione”.  Ma non viene specificato cosa si intenda “stabili”, cosa significhi “antisdrucciolevole” e cosa debba essere considerato “cavità, protuberanza o piano inclinato”.

Per i pavimenti antiscivolo, bisogna fare riferimento al Decreto Ministeriale 236 del 1989, nel quale si legge: “Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della B.C.R.A. (British Ceramic Research Association) sia superiore a: 0,40 per elemento scivolante in cuoio su pavimentazione asciutta - 0,40 per elemento scivolante gomma su pavimentazione bagnata - i valori predetti di attrito non devono essere modificati dall'apposizione di strati di finitura lucidanti o di protezione”. Le ipotesi di pavimentazione asciutta o bagnata devono essere assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia posta in opera.

Il metodo BCRA

Il metodo BCRA è una rilevazione strumentale che fornisce la misura dell’attrito dinamico (µ) a cui una superficie deve rispondere per essere considerata antisdrucciolevole (µ deve essere ≥ 0,40 sia per l’elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta che per l’elemento scivolante gomma dura standard su pavimentazione bagnata):

Coefficiente di attrito dinamico

µ ≤ 0,19 - SCIVOLOSITA’ PERICOLOSA

0,20 ≤ µ ≤ 0,39 - SCIVOLOSITA’ ECCESSIVA

0,40 ≤ µ ≤ 0,74 - ATTRITO SODDISFACENTE

µ ≥ 0,75 - ATTRITO ECCELLENTE

Oltre al metodo BCRA, esistono altri metodi per misurare il coefficiente d’attrito delle pavimentazioni, in vigore nei vari Paesi a seconda delle normative vigenti,  ad esempio: le DIN 51097 (piede nudo) e le DIN 51130 (per pavimenti in ambienti e zone di lavoro e di transito industriale con pericolo scivolamento), le ASTM, PENDULUM, UPI R 9729, che tuttavia non possono essere paragonati al BCRA in quanto non esiste una tabella di conversione ufficiale. Le norme tedesche sono spesso utilizzate anche in Italia, specialmente dai tecnici, per indicare il grado di scivolosità nella compilazione di capitolati o preventivi. Nella DIN 51097, il gruppo di appartenenza viene definito in funzione dell’angolo medio di scivolamento a:

Germania DIN 51097 – piedi nudi

Angolo scivolamento Classificazione Campo di applicazione
α < 12° non classificate  
12° ≤ α < 18° A deambulazione a piedi scalzi
18° ≤ α < 24° B zone lavaggi docce piscine
α ≥ 24° C scale che conducono in acqua, bordi inclinati di piscine

Nella DIN 51130, i campioni di pavimento da provare vengono applicati a un supporto posizionato su un dispositivo con un piano ad inclinazione variabile; l’operatore, che calza uno specifico tipo di scarpe antinfortunistiche, percorre in avanti e indietro in posizione eretta la superficie da verificare, preventivamente ricoperta da un film di olio lubrificante per motori, mentre questa viene inclinata (Ramp Test). Si determina quindi l’angolo in corrispondenza del quale l’operatore perde l’equilibrio (evitando una rovinosa caduta soltanto grazie all’imbracatura di sicurezza alla quale è assicurato). Dopodiché, si procede quindi alla seguente classificazione sulla base dell’angolo determinato:

  • R9 : aderenza normale – da 3° a 10°

Salette di soggiorno, mense aziendali, sale da pranzo, trattorie, ecc.; Ambulatori medici, day hospital, farmacie, laboratori; Saloni per parrucchieri; Lavanderie; Zone di ricreazione e classi in scuole ed asili, ecc.

  • R10 : aderenza media – da 10° a 19°

Cantine; Zone all’aperto adibite alla vendita; Magazzini per generi alimentari confezionati; Magazzini all’aperto; garage coperti e sotterranei; Parcheggi all’aperto; Cucine in asili e scuole; Laboratori per lavori manuali; Aree di ricreazione all’aperto; Passaggi pedonali aziendali.

  • R11 : aderenza elevata – da 19° a 27°

Produzione, immagazzinamento ed imballaggio formaggio; Produzione materie prime;

Imbottigliamento di bevande, produzione di succhi di frutta; Cucine gastronomiche fino a 100 coperti al giorno; Locali per il trattamento di carni; Ambienti e zone per fiorai; Zone all’aperto adibite alla vendita; Tintorie per materiali tessili; Magazzini all’aperto; Parcheggi all’aperto; Garage, garage coperti e sotterranei soggetti a condizionamenti atmosferici; Aree di ricreazione all’aperto; Passaggi pedonali aziendali in esterno, ecc.

  • R12 : forte aderenza – da 27° a 35°

Produzione ed imballaggio di margarina e grasso alimentare; Imbottigliamento di olio alimentare; Lavorazione e trattamento di latte fresco e burro; Spazi nei quali vengono trattati prevalentemente grassi o masse liquide; Parcheggi stazioni dei vigili del fuoco e spazi per la manutenzione tubi acqua; Rampe di carico non coperte; Zone di rifornimento aziendali esterne; ecc.

  • R13 : aderenza molto forte – più di 35° d’inclinazione,utile per ambienti con grosse quantità di grassi e industrie.

Va comunque precisato che la normativa DIN, nonostante venga largamente utilizzata, ha valore solo in Germania e non in Italia. I cicli applicativi certificati con grado DIN forniscono valori che devono essere considerati del tutto indicativi, in quanto il grado di finitura di una pavimentazione realizzata in opera viene influenzata da diversi fattori (manualità del posatore, temperatura ambientale, variabile densità delle resine, ecc.) e non è possibile verificare quanto realizzato in opera, tramite i test previsti dalla normativa DIN.

Il Pendulum Test

È una prova molto semplice e veloce da eseguire che si basa sulla determinazione della perdita di attrito di una superficie secondo la norma UN EN 13036-4. Viene misurato l’attrito opposto dalla superficie del pavimento all’oscillazione di un particolare pendolo su cui viene montato un pattino di gomma che sarà la parte sfregante sul pavimento. Tale prova si può realizzare sia su superfici bagnate sia asciutte. Lo strumento è facilmente trasportabile in cantiere, pertanto risulta estremamente comodo e pratico in quanto si possono avere i reali valori del rivestimento in opera. Il valore misurato rappresenta la resistenza allo scivolamento del campione. Più il valore risultante è basso più significa che la superficie è scivolosa. Il test può essere eseguito sia con il campione asciutto che bagnato. Il valore risultante viene interpretato con le classi di prestazione presenti nella norma UNI 1504-2:

  • Classe I: ambiente indoor umido: ≥40
  • Classe II: ambiente indoor secco: ≥40
  • Classe III: ambiente outdoor umido: ≥55

Per quanto riguarda la resistenza allo scivolamento/strisciamento, i sistemi Draco sono certificati in base alla UN EN 13036-4.